La Federazione di Atletica è stata definita da sempre una Federazione Tecnica. Pensare di assolvere a questo compito nominando ogni 4 anni un DT Nazionale equivale a banalizzare e sminuire questo assioma. Per questo la Commissione Tecnica Nazionale deve rientrare nell’organismo di indirizzo tecnico della Federazione a tutti i livelli e su ogni argomento di natura tecnica e regolamentare. Non deve essere certo l’assise dei tecnici allenatori della nazionale, ma di “fiduciari” delle diverse attività: di alto livello tra cui lo stesso Presidente Federale, il Direttore Tecnico Nazionale, il responsabile dell’organizzazione, quello del Centro Studi e Formazione il referente dello Sviluppo Territoriale, un referente del Territorio tra Presidente e/o Direttore Tecnico Regionale, il responsabile del Settore Sanitario e di quanto altro utile a definire le politiche di indirizzo tecnico federale.

La commissione resta un organo decisionale e propositivo, di matrice sia tecnica che politica, non immaginiamo debba essere quindi presieduta dal Direttore Tecnico Nazionale, che ha uno stampo esecutivo ma da una figura di stampo tecnico/politico di alto profilo. Il suo regolamento deve prevedere che si riunisca almeno 4 volte l’anno o comunque quando necessario. Anche per questo organismo, come per il Consiglio Federale, i compiti sono di indirizzo, in questo caso tecnico, e non di gestione dell’ordinario.

L’idea è che la Commissione Tecnica Nazionale definisca i principi e gli indirizzi dell’intera azione di governo per quanto concerne le attività tecniche, formulando ipotesi e proponendo fasi di studio in base alle quali prendere poi decisioni.

Alcuni esempi di indirizzi che potrebbero scaturire da una riflessione in seno alla CTN:

  • “Reintroduciamo la gara dei mt 600 nella categoria Cadetti, perché abbiamo valutato…”
  • “Investiamo in un progetto nel Salto con l’asta, poiché numeri che ci dicono che…”
  • “Orientiamo i CC.RR. ad organizzare stages informativi su questo tema, poiché…”

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