L’impianto di atletica, come la palestra per altri sport, rappresenta un momento di sintesi di tante emozioni ed esperienze. E’ il luogo dove si forgiano gli atleti e se ne plasmano le doti tecniche e motivazionali, un luogo vivo che racconta anche la storia degli atleti stessi. In Germania in tutte le piste di atletica sono stampati sulle pareti degli spogliatoi i record, nelle varie categorie, conseguiti su quelle stesse piste. Anche in questo modo si fa storia e si creano obbiettivi. Per questo l’attenzione e la salvaguarda che va data deve essere massima. La difesa e l’incremento del patrimonio impiantistico è una delle responsabilità primarie della Federazione.

L’attivazione di un apposito ufficio di consulenza affiancato e sinergico rispetto all’organismo della Commissione Impianti Federale può fare da utile volano nella predisposizione di progetti mirati di riqualificazione di impianti esistenti e realizzazione di nuovi.

La FIDAL deve stanziare importanti risorse in questo settore, risorse che devono servire a smuovere interventi significativi dei Comuni e del Credito Sportivo, così come in questi anni ancor più dei Bandi finalizzati di Sport & Periferie occasione unica e da sfruttare al meglio. Ma per fare ciò serve una struttura federale politico/tecnica funzionante. Con una programmazione che tenga conto dei poli attivi e li valorizzi così come delle zone di “aridità” in termini di impiantistica e valuti interventi per investire per un futuro sviluppo dell’attività. L’atletica italiana ha bisogno di una decina di impianti dove svolgere le proprie manifestazioni federali di vario livello nelle varie categorie ed una decina di centri di allenamento interregionali con piena dotazione finalizzata al training in luoghi dove l’atletica già esiste e dove grazie alle società che vi operano c’è già attività e passione che pulsa.

Discorso mirato per l’impiantistica Indoor, laddove è inconcepibile immaginare che una nazione come l’Italia sia dotata di un unico e solo impianto (Palaindoor di Ancona) realmente fruibile per manifestazioni di primo livello nazionale, mentre altri impianti pur in dotazione della Federazione o comunque disponibili sul territorio nazionale restino inutilizzati (Genova, Napoli Ponticelli). Pur nella disponibilità di ulteriori impianti sopraggiunti negli ultimi anni ad anello completo (Padova, Parma) resta l’obiettivo fondamentale di avere almeno un altro nuovo e grande impianto dedicato all’atletica Indoor per le grandi manifestazioni. Chi non avrebbe fatto un’operazione di investimento economico anche diretto su Milano ad esempio? Città alla cui rilevanza indiscussa, e non solo per l’atletica, fa da contraltare una situazione drammatica a livello d’impianti, tanto da dover rinunciare all’organizzazione del Golden Gala nel 2020. Ma anche nelle grandi città quali Roma, Torino, Bari ad esempio una visione di impiantistica Indoor non può non essere immaginata come ulteriore rafforzamento di una proposta attrattiva per le future generazioni di atleti e tecnici e volano per un turismo sportivo di tipo qualificato non solo interregionale ma anche da altre regioni dell’Europa e del mondo. La Federazione in tal senso deve avere un ruolo profondamente propositivo e di stimolo, “scendendo in campo” affianco alle amministrazioni locali, con progetti che prospettino loro l’opportunità per l’incremento di qualità dei servizi nel proprio territorio, la ricaduta socioeconomica che anche un “mini impianto indoor” può costituire.

 

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