Il livello più alto di intervento di una Federazione Sportiva Nazionale lo si osserva nella capacità di stabilire efficaci relazioni orizzontali e verticali con i vari interlocutori istituzionali. Governo, CONI, Enti Locali, Organismi Internazionali sono partner imprescindibili di un progetto organico e di sviluppo.

L’attuale Governo ed in particolare il Ministero dello Sport hanno attuato una grande ed importante rivoluzione del sistema sportivo italiano, non solo per assicurare una migliore governance dello Sport, ma anche per poter potenziare le attività programmatiche del Governo di concerto con le Federazioni Sportive, Enti e Società sul territorio italiano per riportare lo Sport in Italia ad un ruolo di centralità nell’agenda non solo di questo Governo -ma del nostro Paese.

Il modello di Sport e Salute è un modello di successo in molti altri paesi, dove il Governo, il Ministero dello Sport e delle Politiche Giovanili, lavorando di concerto con il Ministero dell’Istruzione, della Salute e dell’Economia, rappresenta un organo operativo stabile e di continuo supporto all’attività del Paese, ricoprendo un pese specifico non solo per la promozione del diritto al benessere della collettività, ma anche per l’indirizzo e sostegno dell’industria dello Sport, con l’indotto economico e mediatico che genera. Lo Sport è espressione del prestigio e forza del paese stesso -come lo è stato per l’Italia negli anni 80 in Atletica Leggera.

Modelli virtuosi di nazioni in cui il sistema “produttivo” sportivo è riuscito a svilupparsi e mantenersi indipendente e stabile, radicato nelle infrastrutture, tessuto sociale, organizzativo ed economico del Paese sono ancora lontani per il sistema sportivo Italia in generale ma la strada sembra tracciata. In quei modelli virtuosi il percorso sportivo di un atleta e l’investimento formativo e di dedizione di un tecnico possono concretizzarsi in caso di successo internazionale in uno status sociale sopra la media, al punto da ritenere già a livello famigliare la scelta di intraprendere sport come Basket, Pallavolo, Pallanuoto (si pensi al modello della ex-Jugoslavia ad esempio) come scelta da promuovere e sostenere, in un contesto sociale e scolastico che favorisce e ben vede la pratica sportiva agonistica giovanile e di prospettiva.

In questo contesto si muoverà la Fidal che deve mostrarsi pronta al cambiamento, favorendolo.

L’interazione con gli organi istituzionali ed i partner commerciali, deve essere finalizzata a favorire le migliori condizioni per praticare l’Atletica oggi, garantire una evoluzione espansiva nei prossimi anni, costruire le basi solide affinché i praticanti ritrovino nella visione federale la loro visione.

Per obiettivi di breve e medio termine, la Federazione deve essere attiva nell’individuare il dialogo corretto per migliorare ad esempio la fruibilità dell’impiantistica, in questo uno stretto rapporto con la FIGC, potrà sfociare nell’individuazione di protocolli d’intesa che vedano nella cooperazione e nella condivisione dell’uso di impianti un utile ausilio a risolvere il problema essenziale dei “contenitori” per l’attività di base.

Per obiettivi di tipo progettuale l’interazione con il Ministero dell’Istruzione si ritiene imprescindibile affinché possa essere riattivato il canale del reclutamento e della rivalutazione della figura dello Studente-Atleta.

Per obiettivi di medio e lungo termine, il Governo Italiano e le associazioni di categoria, commerciale ed industriale devono essere l’interlocutore privilegiato per immaginare un percorso di inserimento e di stabilizzazione lavorativa che vada oltre il sistema del reclutamento militare affinché al termine di un percorso tecnico di durata pluriennale di alto livello sia possibile l’inserimento nel mondo del lavoro in forma qualificata e gratificante (una carriera atletica di vertice può veder impegnato in forma “totalizzante” il binomio atleta-tecnico e per l’atleta l’arco temporale -dai 18/20 ai 30/35 anni – è quello dell’investimento degli anni dellaequivalente fase di profonda formazione universitaria e crescita professionale). In mancanza di una concreta prospettiva lavorativa nel “post carriera”, l’investimento nella carriera atletica diventa difficile se non controproducente. Diciamolo a più chiare lettere un medagliato internazionale non inquadrato in un gruppo sportivo militare è a fine carriera un “illustre disoccupato” che anche a fronte di un percorso di formazione universitaria sarà un “laureato” arrivato nel mondo del lavoro 10 anni più tardi di un coetaneo che non abbia intrapreso una carriera sportiva di alto livello, e questa situazione non è certamente il miglior incentivoall’investimento nella carriera di vertice.

Tra le azioni possibili in ambito rapporti istituzionali, la Federazione potrebbe provare a negoziare formule di benefit quali ad esempio:

a) Vitalizio (una volta raggiunti i 35 anni) -pagato dal Governo e garantito/premiato dall’Ufficio di Presidenza della Repubblica, per i medagliati olimpici e mondiali

b)  Erogazione di mutui agevolati od a tasso azzerato per acquisto prima casa per Atleti con Medaglie Europee/ Mondiali / Olimpiche -finanziato e pagato dal Governo

c)  Garantire un piano di sviluppo professionale con aziende quadro durante e nel post-carriera – a favore anche di sponsorizzazioni individuali e gestione immagine atleti.

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